Agroecologia

La parola “agroecologia” è usata per indicare una scienza, un movimento e una pratica.

A livello scientifico e pratico, l’agroecologia si basa sull’applicazione di concetti e principi ecologici per ottimizzare le interazioni tra piante, animali, esseri umani e ambiente, tenendo conto degli aspetti sociali che devono essere affrontati per un sistema alimentare sostenibile ed equo. La FAO ha identificato 10 elementi dell’Agroecologia, interconnessi e interdipendenti.

Tuttavia, per i movimenti sociali che compongono La Via Campesina, il concetto di agroecologia si spinge oltre i metodi di produzione ecologica per includere principi e obiettivi sociali, culturali e politici. L’agroecologia contadina è la risposta alla domanda di protezione, sicurezza e sostenibilità del pianeta e dell’umanità. La solidarietà tra i popoli, tra le popolazioni rurali e urbane, è un ingrediente essenziale per il suo raggiungimento. Il Manifesto dell’Agroecologia Contadina è uno strumento articolato attorno a 7 pilastri intrinsecamente collegati tra loro, con valori e principi, per agire insieme nella stessa direzione.

Pilastro 1: garantire la sicurezza di terra, acqua e altre risorse naturali

Pilastro 2: valorizzare e salvaguardare la biodiversità, i semi contadini e le razze locali

Pilastro 3: incoraggiare le pratiche nell’agroecologia contadina: diversità, complementarità, adattabilità

Pilastro 4: promuovere sistemi alimentari, nutrizionali e terapeutici locali diversificati

Pilastro 5: sostenere e migliorare il ruolo delle donne e dei giovani

Pilastro 6: rafforzare le sinergie e le alleanze e l’organizzazione collettiva

Pilastro 7: agire a livello istituzionale legislativo e regolamentare

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L’Agroecologia gioca un ruolo sempre più centrale per i movimenti contadini per la sovranità alimentare. Nella loro lotta, i movimenti sociali contrappongono l’agricoltura agroecologica dei contadini e delle famiglie contadine alle pratiche distruttive e al cibo malsano prodotto dall’agricoltura industriale e dall’agroalimentare. Questo diventa più difficile quando l’agroalimentare e le istituzioni rispondono con il “biologico”, “senza OGM”, e con altri tipi di etichettature, costringendo i movimenti sociali a fare distinzioni sempre più sottili e politiche tra l’agroecologia contadina e il “green washing” aziendale.